Rome, the Great Theater of the World, was the city of the Baroque feast in the 17th. Three centuries later, at the end of the 20th, two Roman squares became the horizon of representation for Italian high fashion for a short season. The history of town planning in the Baroque century has an important moment in the feast. The people who participate in the feast play a protagonist role in its dimension as a city community, an active part of a collective ritual. The "technicians of the image" - as Maurizio Fagiolo dell'Arco defined them -: Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Alessandro Algardi, Carlo Fontana ... are "the authors of the feasts and the directors". In the Baroque, the theatre remains in the palaces of the elites while the ephemeral machinations are the spectacle for everyone. In the second half of the twentieth century, before the IT (information technology), fashion shows are still exclusive events for a select clientele of famous people and international buyers, while fashion - celebrated in Piazza di Spagna and Piazza Navona at the end of the century with the exhibits by Paolo Portoghesi - loses its elitist value and becomes an event open to all through television. Like the baroque feast in the squares, the fashion show on television is proposed as a global event that affects the city of Rome and promotes it. Through an imaginary dialogue between Portoghesi, Eugenio d'Ors and Kisho Kurokawa the threads of a reflection on some themes of the Baroque, between East and West, are reconnected, in the context of the feast in which the whole society expresses itself to itself, the spectator it is reabsorbed in a space inhabited by allegories and the constructive will linked to the ephemeral unfolds. Born for the city, the "spectacular feast" leaves perennial traces in the space of the city.

Roma, grande teatro del mondo, è nel Seicento la città sfondo della festa barocca. Tre secoli più tardi, alla fine del Novecento, due piazze romane diventano per una breve stagione l’orizzonte della rappresentazione per l’alta moda italiana. La storia dell’urbanistica nel secolo barocco ha nello spettacolo un momento importante. La folla che partecipa alla festa ricopre un ruolo di protagonista assoluto nella sua dimensione di comunità cittadina, parte attiva di un rito collettivo. Si assiste alla trasformazione dei luoghi della città ma anche alla modificazione, attraverso l’effimero, della consueta nozione crono‐ logica. La ritualità diventa così anche una forma simbolica di sospensione spazio‐temporale. I «tecnici dell’immagine» – come ebbe a definirli Maurizio Fagiolo dell’Arco –: Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Alessandro Algardi, Carlo Fontana... sono «gli autori delle feste e i registi» ai quali è affidata la realizzazione e la sovrintendenza ai lavori che fanno dell’effi‐ mero un metodo di prassi architettonica, pittorica e scultorea. Nel Barocco il teatro rimane nei palazzi delle élites mentre le macchinazioni effimere sono lo spettacolo per tutti. Nella seconda metà del Novecento, prima della rivoluzione informatica, i défilé sono ancora eventi esclusivi per una selezionata clientela di personaggi famosi e compratori internazionali, mentre la moda – celebrata in piazza di Spagna e in piazza Navona sul finire del secolo con le scenografie di Paolo Portoghesi – perde il suo valore elitario e diventa attraverso il mezzo televisivo un avvenimento aperto a tutti. Al pari della festa barocca nelle piazze, lo spettacolo della moda in televisione si propone in quanto fatto globale che investe la città di Roma e la promuove. Attraverso un dialogo immaginario tra Portoghesi, Eugenio d’Ors e Kisho Kurokawa si riallacciano i fili di una riflessione su alcuni temi del Barocco, tra Oriente e Occidente, nel contesto della festa in cui la società tutta intera si esprime a se stessa, lo spettatore viene riassorbito in uno spazio abitato da allegorie e si dispiega la volontà costruttiva legata all’effimero. Nata per la città, la «festa spettacolare» lascia tracce perenni nello spazio della città.

Roma e i fuochi d’allegrezza. Strutture effimere: dalle feste barocche agli spettacoli per la moda / Rome on Fireworks. Ephemeral structures: from the Baroque feasts to fashion shows / Spita, Leone. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - n.13/2021:III(2021), pp. 274-297.

Roma e i fuochi d’allegrezza. Strutture effimere: dalle feste barocche agli spettacoli per la moda / Rome on Fireworks. Ephemeral structures: from the Baroque feasts to fashion shows

leone spita
Primo
2021

Abstract

Rome, the Great Theater of the World, was the city of the Baroque feast in the 17th. Three centuries later, at the end of the 20th, two Roman squares became the horizon of representation for Italian high fashion for a short season. The history of town planning in the Baroque century has an important moment in the feast. The people who participate in the feast play a protagonist role in its dimension as a city community, an active part of a collective ritual. The "technicians of the image" - as Maurizio Fagiolo dell'Arco defined them -: Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Alessandro Algardi, Carlo Fontana ... are "the authors of the feasts and the directors". In the Baroque, the theatre remains in the palaces of the elites while the ephemeral machinations are the spectacle for everyone. In the second half of the twentieth century, before the IT (information technology), fashion shows are still exclusive events for a select clientele of famous people and international buyers, while fashion - celebrated in Piazza di Spagna and Piazza Navona at the end of the century with the exhibits by Paolo Portoghesi - loses its elitist value and becomes an event open to all through television. Like the baroque feast in the squares, the fashion show on television is proposed as a global event that affects the city of Rome and promotes it. Through an imaginary dialogue between Portoghesi, Eugenio d'Ors and Kisho Kurokawa the threads of a reflection on some themes of the Baroque, between East and West, are reconnected, in the context of the feast in which the whole society expresses itself to itself, the spectator it is reabsorbed in a space inhabited by allegories and the constructive will linked to the ephemeral unfolds. Born for the city, the "spectacular feast" leaves perennial traces in the space of the city.
2021
Roma, grande teatro del mondo, è nel Seicento la città sfondo della festa barocca. Tre secoli più tardi, alla fine del Novecento, due piazze romane diventano per una breve stagione l’orizzonte della rappresentazione per l’alta moda italiana. La storia dell’urbanistica nel secolo barocco ha nello spettacolo un momento importante. La folla che partecipa alla festa ricopre un ruolo di protagonista assoluto nella sua dimensione di comunità cittadina, parte attiva di un rito collettivo. Si assiste alla trasformazione dei luoghi della città ma anche alla modificazione, attraverso l’effimero, della consueta nozione crono‐ logica. La ritualità diventa così anche una forma simbolica di sospensione spazio‐temporale. I «tecnici dell’immagine» – come ebbe a definirli Maurizio Fagiolo dell’Arco –: Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Alessandro Algardi, Carlo Fontana... sono «gli autori delle feste e i registi» ai quali è affidata la realizzazione e la sovrintendenza ai lavori che fanno dell’effi‐ mero un metodo di prassi architettonica, pittorica e scultorea. Nel Barocco il teatro rimane nei palazzi delle élites mentre le macchinazioni effimere sono lo spettacolo per tutti. Nella seconda metà del Novecento, prima della rivoluzione informatica, i défilé sono ancora eventi esclusivi per una selezionata clientela di personaggi famosi e compratori internazionali, mentre la moda – celebrata in piazza di Spagna e in piazza Navona sul finire del secolo con le scenografie di Paolo Portoghesi – perde il suo valore elitario e diventa attraverso il mezzo televisivo un avvenimento aperto a tutti. Al pari della festa barocca nelle piazze, lo spettacolo della moda in televisione si propone in quanto fatto globale che investe la città di Roma e la promuove. Attraverso un dialogo immaginario tra Portoghesi, Eugenio d’Ors e Kisho Kurokawa si riallacciano i fili di una riflessione su alcuni temi del Barocco, tra Oriente e Occidente, nel contesto della festa in cui la società tutta intera si esprime a se stessa, lo spettatore viene riassorbito in uno spazio abitato da allegorie e si dispiega la volontà costruttiva legata all’effimero. Nata per la città, la «festa spettacolare» lascia tracce perenni nello spazio della città.
Roma; architettura; città; allestimento; Barocco; moda
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Roma e i fuochi d’allegrezza. Strutture effimere: dalle feste barocche agli spettacoli per la moda / Rome on Fireworks. Ephemeral structures: from the Baroque feasts to fashion shows / Spita, Leone. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - n.13/2021:III(2021), pp. 274-297.
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Note: https://www.storiadellacitta.it/2022/03/29/a-roma-immagini-figure-e-idea-di-una-citta/
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